Dalla teoria alla pratica: i primi laboratori di monitoraggio civico a Sibari

Lo scorso novembre noi di ActionAid, Gruppo Abele e Monithon abbiamo fatto ritorno a Sibari per organizzare il primo laboratorio pratico di monitoraggio insieme ai cittadini del territorio che partecipano al progetto Integrity Pact.

Ad aprile ci eravamo lasciati con l’intenzione applicare concretamente gli strumenti e le nozioni acquisite durante la Scuola di integrità, e così è stato fatto: vecchi e nuovi partecipanti (una decina almeno di cittadini che per la prima volta si affacciano al progetto, quasi tutti provenienti dal territorio della Sibaritide, alcuni anche da Catanzaro) si sono ritrovati presso il Museo Archeologico di Sibari per trascorrere insieme due giorni di lavoro di gruppo sui progetti oggetto di monitoraggio.

I due giorni si sono svolti in parte in aula, con momenti di formazione e di lavoro pratico sulla documentazione amministrativa relativa agli appalti monitorati, e in parte all’aperto, sperimentando l’attività della mappatura partecipata


Giorno 1: carte alla mano!

La prima giornata, quella del 18 novembre, è stata dedicata alla lettura facilitata della documentazione di gara, condotta dall’esperto legale del nostro team. I cittadini hanno potuto cimentarsi così nell’analisi di documenti burocratici non sempre accessibili, a causa anche della tecnicità del linguaggio amministrativo. Un tema, quello del linguaggio burocratico, che torna spesso in questo percorso di partecipazione civica e che i cittadini avvertono come uno dei principali fattori di allontanamento del pubblico dalle istituzioni.

Un’attività quindi non semplice: ma il lavoro per gruppi ha permesso che i più preparati (per esperienza lavorativa e competenze) riuscissero a guidare con grande spirito collaborativo i meno preparati. A conclusione della prima (faticosa!) giornata di lavoro ogni gruppo ha riportato in aula le osservazioni emerse dallo studio dei documenti. L’esercitazione ha permesso ai cittadini di prendere confidenza con le “carte” e decifrarne il linguaggio tecnico e specialistico, ma non solo: si sono raccolti i primi interrogativi e pareri, realizzando un primo vero e proprio monitoraggio dal basso degli appalti.

Giorno 2: mapping party!
La seconda giornata del 19 novembre abbiamo organizzato un mapping party: un’iniziativa di mappatura collaborativa pensata per fornire ai cittadini una metodologia e strumenti digitali di supporto al monitoraggio. Abbiamo scaricato sui nostri smartphone una applicazione, OSMand: un software libero per la navigazione e la visualizzazione di mappe online e offiline che utilizza i dati liberi di OpenStreetMap. Siamo così partiti per un sopralluogo fotografico nell’area di Casa Bianca, guidati da Alessandro Palmas, un project manager della comunità di OpenStreetMap, che ci ha guidati in una passeggiata di mappatura nell’area rilevando oggetti (porte, illuminazioni, contenitori dei rifiuti, muri, recinzioni…) e la loro posizione geografica. Rientrati in aula, abbiamo scaricato ed elaborato su OpenStreetMap i dati raccolti. Per i cittadini l’esperienza della mappatura partecipata è risultata divertente e soprattutto estremamente utile, non solo ai fini del monitoraggio dei lavori, ma anche allo scopo di far conoscererivalutare e riqualificare il territorio.

Lo stesso lavoro di mappatura digitale e collaborativa nell’area archeologica è stato sperimentato qualche giorno prima anche con gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore di Cassano allo Ionio.

A conclusione dei due giorni di laboratori, i cittadini partecipanti hanno acquisito ancora più consapevolezza della complessità del percorso che li attende e dell’importanza di lavorare insieme al monitoraggio degli interventi che interessano una delle aree archeologiche più belle e importanti della Magna Grecia. Sono rientrati a casa ancora più convinti nel compiere quello che è un atto d’amore per la propria terra, un doveroso impegno per la salvaguardia del patrimonio culturale e paesaggistico. Uno di loro infatti ci ricorda di non smettere mai di essere curiosi, di non avere più timore di chiedere e farsi domande, nella consapevolezza di quanto sia difficile essere davvero “cittadini”.