Il Coronavirus che impatto avrà sui lavori della metro?

Ci eravamo lasciati lo scorso agosto con previsioni non troppo rosee sull’apertura dei cantieri della nostra metropolitana, con 700 giorni di ritardi già accumulati. Sono state tre le fasi che hanno visto incrementare il rallentamento sui lavori: la fase di valutazione delle offerte, quella di verifica del progetto definitivo e quella di analisi delle prescrizioni e progettazione delle opere aggiuntive.

Arriviamo così a ottobre con la consegna dell’ultima parte del progetto esecutivo, ad ARST che fino a dicembre 2019 esamina il tutto, trovando però incongruenze e incompletezza della documentazione presentata. Il 5 dicembre quindi ARST scrive al Consorzio Integra, chiedendo di integrare e completare la documentazione progettuale consegnata. Eppure, anche la nuova documentazione fornita dal Consorzio è stata ritenuta lacunosa ed ARST il 4 febbraio 2020 ha dovuto ipotizzare la rescissione del contratto per giusti motivi se non saranno finalmente presentati i documenti richiesti entro un tempo congruo. Si tratta infatti di documenti necessari per poter valutare la progettazione esecutiva e poter procedere con l’appalto.

I lavori sul campo avrebbero dovuto iniziare il prossimo 3 maggio per vedere l’opera realizzata il 31 luglio 2021. Ora, in seguito a queste complicazioni e considerando il fatto che in seguito si profila attività di verifica del progetto esecutivo da parte di ente terzo (Rina Check di Genova), ARST su nostra sollecitazione stima lo slittamento delle attività con l’apertura dei cantieri ad inizio novembre 2020 e apertura dell’esercizio della metro il 31 gennaio 2022.

Finalmente arrivano i documenti richiesti, oltre alle ultime valutazioni e vanno conciliate le diverse vedute sull’incremento dei costi aggiuntivi, ma sfortunatamente è anche tempo di Coronavirus e molte attività sono sospese, tra esse la normale attività di ARST dal 13 marzo 2020.

A pesare sui nuovi ritardi c’è quindi sicuramente il Coronavirus che in tutta Italia ha fermato le attività non necessarie a fronteggiare l’emergenza.