Una importante sentenza del TAR Sicilia riconosce il Patto d’Integrità e il ruolo del monitore indipendente nelle procedure di gara

In seno al monitoraggio di alcuni degli appalti della SNAI “Madonie resilienti: laboratorio di futuro” nell’ambito della sperimentazione del Patto di integrità, tra i risultati più emblematici dell’attività svolta da Amapola, per la rilevanza che ha dal punto di vista giuridico, ma anche per il portato culturale, vi è la vicenda che ha portato il TAR Sicilia, con la sentenza 02888/2020, a respingere il ricorso di un operatore economico escluso proprio per violazione del Patto d’Integrità e dell’Accordo di monitoraggio della procedura di gara. Questo esito, importante dal punto di vista giuridico, ma anche e soprattutto per il portato culturale, ha riguardato la gara d’appalto per l’affidamento dei “servizi attinenti all’ingegneria e all’architettura per le prestazioni di progettazione definitiva ed esecutiva, direzione lavori e coordinamento della sicurezza per la realizzazione di una rete di piattaforme di trattamento di biomassa lignocellulosica e agricola di filiera corta” (AIMA 19 – ambito Energia). Benché si sia trattato di una gara il cui valore economico può apparire contenuto (base d’asta di 149.500 euro), il valore progettuale di questo appalto è rilevantissimo dal punto di vista strategico, perché dall’attuazione di questa misura dipende la realizzazione di un investimento in una grande opera green del valore di più di 3 milioni di euro e con impatti molto significativi sul territorio madonita.

Nel corso delle verifiche effettuate dalla stazione appaltante nei confronti dell’impresa aggiudicataria, emergevano irregolarità e alcuni precedenti penali del direttore tecnico i quali, pur non riguardando le tipiche cause di automatica esclusione previste dal codice degli appalti (D.Lgs. 50/2016, art. 80, commi 1 e 2), a giudizio dell’ente di monitoraggio rappresentavano gravi illeciti, tali da mettere in dubbio l’integrità professionale dell’impresa. Trattandosi, tuttavia, di una valutazione lasciata alla discrezionalità della stazione appaltante, è stato il Patto d’Integrità e il confronto continuo tra la direzione tecnica dell’Unione dei Comuni Madonie e Amapola a consentire che l’impresa fosse formalmente esclusa. Senza questa azione sinergica e senza il Patto d’Integrità, benché il quadro normativo in via di principio lo permetta (D.Lgs. 50/2016, art. 80, comma 5, lettera c), difficilmente la stazione appaltante si sarebbe assunta la responsabilità di questa scelta.

Questa storia è ancora una volta la dimostrazione che più che parlare genericamente di semplificazione del Codice appalti per restituire efficienza alla pubblica amministrazione, sarebbe importante promuovere a tutti i livelli pratiche che consentano di aumentare la trasparenza, valorizzando l’assunzione di responsabilità di chi agisce la funzione pubblica.